Il Disgelo

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    Nella cittadella, nei cortili e sulle mura regnava il silenzio. Tutto il castello e il paesaggio intorno, fino all'orizzonte e a perdita d'occhio erano ancora ricoperti da un fitta coltre bianca. La morsa dell'Inverno ancora non aveva abbandonato Grande Inverno, tanto meno il resto del Nord, ma neanche tutti gli altri Sette Regni. S'era quietato il vento però, la tormenta. Quello doveva essere un segnale.
    Erano passato almeno mezzo giro di luna da quando erano giunti i corvi bianchi dalla Cittadella. Araldi d'estate, li avevano chiamati. Erano stati accolti con giubilo e tripudio e per una notte intera si era festeggiato nella sala grande del castello, banchettando con quel poco che era rimasto, fingendo di avere tanto quando in realtà non erano che le normali razioni giornaliere di ognuno messe insieme. Era stato un magro banchetto, ma aveva riacceso gli animi dei sopravvissuti.
    Sopravvissuti, sì - ogni uomo, donna, bambino presente era un sopravvissuto a quell'invernata. Tanti non ce l'avevano fatta - troppi. Era stata una strage.
    Ma adesso ogni ora che passava era un'ora più vicina all'arrivo del disgelo. Tutto ciò era motivo di immensa gioia, ma la gioia che si respirava a Grande Inverno era pesante, silenziosa - una gioia che le persone erano quasi timorose ad esternare. I lutti pesavano ancora tanto nel ricordo collettivo, gli stomaci erano ancora affamati e la prospettiva di quanto avrebbero dovuto lavorare per rimettere su le cose poteva spaventare.

    Lord Barthogan aveva fatto chiamare il nipote nel Parco degli Dei. Lo attendeva lì, sotto al maestoso albero diga, avvolto in strati e strati di lucida pelliccia screziata. Al suo fianco, suo fratello Brandon - consigliere fidato e maestro d'arme del castello.

    Vai libero, come abbiamo concordato. Sai già dell'invito a sud, ne è stato discusso nei giorni scorsi, ma nessuno gli ha dato peso più di tanto. Libero di descrivere quello che vuoi, cosa stavi facendo, etc.

    Solite regole,
    Minimo parole: 500
    Tempo risposta: 1 settimana
     
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    BENJEN STARK

    L’inverno era finalmente finito, lo aveva annunciato la cittadella, si era festeggiato con un magro banchetto, gli uomini avevano brindato e le donne erano tornate a sorridere, tanto da illuminare ogni angolo di Grande Inverno, ma la gente del Nord sembrava volersi convincere di questa cosa, ancora troppo sconvolta per tirare le somme di ciò che erano stati quei sette lunghi anni.
    Per un bambino di dieci anni, un inverno tanto lungo e violento poteva significare tante cose, l’interruzione del periodo della fanciullezza, per esser portato bruscamente in qualcosa di diverso, più vero e crudo. Come si poteva crescere e giocare quando i tuoi compagni di giochi venivano portati via in carri tetri e lugubri, come piccole scheletri emaciati per carenza di cibo?
    Come era possibile tornare a pensare a favole e sogni, quando i pianti delle madri cullavano i suoi sogni notte dopo notte?
    Benjen Stark aveva dovuto bruciare le tappe, diventare uomo troppo presto per poter sopravvivere fisicamente e mentalmente, iniziando ad aprire gli occhi su ciò che poteva significare essere un nobile, aver la fortuna di patire la fame ma non morire per essa, addormentarsi con dolori alla pancia tanto forti da risuonare come tamburi, ma sopiti da quel poco che bastava a mantenerlo in vita, forte abbastanza per allenarsi e poter imparare.
    L’inverno era anche servito a capire cosa significasse essere un uomo del Nord, consapevole di una tempra fuori dal comune, capace di far resistere un intero popolo a condizioni terrificanti, mantenendo forza, dignità ed orgoglio, senza piegarsi a lamentele e piagnistei, aiutandosi gli uni con gli altri, come una grande famiglia, cercando di superare le difficoltà insieme.
    Non era solo questo ovviamente, perché Benjen dovette accorgersi troppo presto dell’esistenza del male, dell’invidia, della vanità e del troppo orgoglio, delle contorte macchinazioni, delle voci e dei sussurri nella notte.
    Si ritrovò ad osservare la neve, avvolto da ogni lato da essa, come in un gelido ma dolce abbraccio, una sensazione che forse presto sarebbe finita, lasciando il suo corpo ad un timido tepore che per troppo tempo era mancato, tanto da perdersi nelle memorie di un infante. Gli sarebbe mancato quel morso terribile ma fortificante? Sarebbe rimasto il monito, duraturo e terribile di ciò che potesse significare la sofferenza, il sacrificio e la sopravvivenza, come un sospiro lontano che lo avrebbe accompagnato tutta la vita.
    Pochi giorni prima, uno strano invito raggiunse Grande Inverno, un torneo al quale anche la sua famiglia era stata invitata, accolto da Benjen con un sorriso divertito, portandolo a chiedersi che cosa potesse davvero attirare uomini e guerrieri al voler giocare a fare la guerra, come bambini intenti a dimostrare ai propri genitori di esser capaci di far qualcosa. Gli uomini del Nord erano diversi, a loro poco importava far della guerra un vezzo, forse poiché loro sapevano darle il giusto peso, temendone maggiormente gli orrori, pur ammirandone gli onori.
    Aveva sentito però suo padre ed il Lord suo Zio, discutere della possibilità di partecipare, forse per qualche ragione politica ed in cuor suo, Benjen sperava che quell’invito a raggiungerli presso l’Albero Diga, fosse per discutere di tale evento, mettendolo al corrente come l’uomo che era diventato, forse anche grazie a quel dannato e lunghissimo inverno.
    Il Parco degli dei era stato da sempre il suo luogo preferito, un posto dove mettere insieme i pensieri e provare ad affrontare il presente con maggior sicurezza e lucidità, come se la presenza dell’Albero Diga, potesse in qualche modo rasserenare il suo spirito, cullandolo e consigliandolo. Era felice quindi di poter vedere i due Stark già presenti sul posto, in attesa del giovane uomo temprato dal Nord.

     
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    La calma e la solennità di quel posto era rimasta intaccata da migliaia di anni. Il tempo non lo scalfiva, così come il passare delle stagioni.
    "Vieni qui, ragazzo" proferì il Lord di Grande Inverno, alzando lo sguardo sul nipote. Brandon Stark fece lo stesso, indicando al figlio di raggiungerli con un gesto della mano.

    "Hai cavalcato oggi?" domandò, mentre riponeva la spada nel fodero, lama appena affilata.

    "Abbiamo parlato a lungo ieri notte. Tuo zio ed io. E siamo giunti ad una conclusione, di cui vorremmo metterti al corrente."

    "Ricorderai che qualche giorno fa è giunto un corvo dai Fiumi, da Lord Mooton. Riguardante il Torneo. L'abbiamo dismesso subito, ma... a pensarci bene... forse è il caso che un rappresentate sia presente. Un rappresentante del Nord. Una delegazione."

    "Abbiamo saputo che il Re in persona scomoderà l'intera Corte per presenziare. E improvvisamente un piccolo Torneo frugale organizzato da un Lord minore è diventato il parlare di tutto il Reame - un evento enorme, con... ingentissime dispese di denaro."

    "Gli uomini del sud amano queste ridicole messe in scena. E' una scusa per far vedere come sono bravi a correre su un cavallo con in mano una finta lancia..."

    "Ma in realtà, abbiamo riflettuto, la presenza del Re potrebbe essere indicativa del suo volere di sondare il terreno e incontrarsi con diversi Lord del Reame per sentire cosa hanno da dire, accertarsi del benessere della gente e contare i danni subiti durante l'invernata - abbattendo i costi di quello che potrebbe essere un Progresso Reale in giro per i regni."

    "E questo cambia molto le cose. Il Nord è in ginocchio, ragazzo, lo sai anche tu. Ci serve quanto piu aiuto possibile per rimetterci in piedi - considerando anche la minaccia rappresentata da Skagos al momento. Sono passati troppi anni da quando gli occhi dei Draghi si sono posati su queste lande ghiacciate - e fidati, loro si guardano intorno solo quando hanno bisogno d'aiuto. Abbiamo concordato che sarebbe il caso che qualcuno guidi un manipolo di uomini a Maidenpool, al cospetto del Re. Non possiamo privarci di veri guerrieri o di un maestro d'arme, in previsione di un qualche attacco. Ma tu, ragazzo, tu dovrai partire."
     
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    BENJEN STARK

    La voce calma del Lord di Grande Inverno, spezzò quel breve ma intenso silenzio, cercando di mettere a proprio agio il nipote, per non doverlo subito aggredire con questione di ben altra natura.

    Buongiorno Zio, Padre

    Salutò con rispetto ma con la formalità a lui consentita in occasioni private

    Anche le bestie sentono la fine dell’inverno, mi è sembrato di percepirlo quando mi sono avvicinato per cavalcare Hugo, come se non desiderasse altro

    Sorrise a quel pensiero, ricordandosi di quanto effettivamente significasse la fine dell’inverno per tutte la natura.

    Non mi sono allontanato troppo però, la terra è ancora tremendamente ghiacciata e temevo per la salute del cavallo, ho preferito fargli sgranchire giusto i muscoli.

    Si prestò a quel momento di serena cordialità famigliare, per poi gettarsi nella vera questione di quella chiamata, il torneo di Maidenpool.
    Come aveva sperato, suo padre e suo zio volevano davvero metterlo al corrente di quella importante questione, che come poteva immaginare, nascondere ragioni ben più profonde di un semplice gioco tra uomini in armatura.
    Lasciò che suo padre ed il Lord suo zio, finissero di parlare, cercando di fare proprie quelle informazioni, elaborandole il più velocemente possibile, per evitare di tralasciare dettagli significativi e non perdere l’ampiezza totale di quel disegno.

    Dovrò essere sincero fino in fondo?

    La domanda risuonò in quel luogo sacro, richiamando altre parole a completare quel pensiero nato in un attimo, ma che ben voleva rappresentare uno stato d’animo e preoccupazioni crescenti sull’importanza del suo ruolo in tutto questo.
    Lui che non era praticamente mai uscito dai territori di famiglia e che ora doveva in qualche modo rappresentare la sua gente.

    Intendo dire, sulla situazione del Nord, devo esporre la verità? Siamo in ginocchio, è una cosa tremendamente veritiera, probabilmente anche i regni del sud hanno subito drastiche perdite per questo lungo inverno, ma dubito che possano esser a conoscenza di cosa significhi l’inverno qui da noi. L’inverno vero.

    Voleva solo capire quale fosse il suo vero compito

    La mia presenza è dovuta ad una nostra necessità di chiedere aiuto, anche a costo di mostrare la nostra vera attuale debolezza?

    Non conosceva i rapporti veri che si erano instaurati tra il Nord ed i vari regni nel corso degli ultimi anni, ne comprendeva a pieno quanti alleati veri suo zio avesse, non volendo rischiare di commettere errori diplomatici che lo avrebbero messo in cattiva luce con tutta la sua famiglia.

    Perdonate queste domande sciocche, ma vorrei essere davvero d’aiuto, senza rischiare di commettere stupidi sbagli. Anche per me è un’occasione molto importante

    Non avrebbe mentito alla sua famiglia, preferendo metterli al corrente dei pensieri che in quel momento vorticavano nella sua giovane mente.

    Il nome che porto merita gesta degne della sua storia, non voglio caricarmi di fardelli che non mi competono, ma nemmeno ignorare la verità. Non vi deluderò e farò in modo di rendere nuovamente giustizia alla nostra famiglia, al nord ed alla sua gente. So che in un modo o nell’altro tornerò cambiato, sento che dentro di me si è risvegliato qualcosa, un disgelo non solo legato alla natura ma a ciò che ribolle nel mio cuore

    Era stato evidente per tutti il cambiamento fisico e psicologico del giovane Benjen, temprato dall’inverno, forgiato dal ghiaccio e dalla sofferenza, che ora era pronto a mostrarsi al mondo come un vero figlio del Nord.

    Quando dovrò partire? Il mio desiderio del tutto umano, non interferirà sui miei compiti, di questo potete esserne certi, mi conoscete.

    Non era un ragazzo particolarmente esuberante, ne incline a frivolezze ed infantili desideri, era un figlio dell’inverno e come tale la parte più colorata e fanciullesca gli era stata strappata da gelide mani fatte di ghiaccio, fame e sofferenza, ma nelle profondità del suo cuore pulsava una luce di vita che ancora nemmeno lui sembrava comprendere in pieno.

    Dovrò anche gareggiare?

    La domanda nacque spontanea, poiché Benjen voleva capire esattamente cosa suo zio e suo padre si aspettassero da lui, mentre un lieve sorriso si increspò sul suo volto

    Giusto per ricordare a quelli del sud cosa si erge fiero al di la dell’Incollatura

     
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    Il Lord annuì: "Dovrai essere onesto, sì. Non c'è motivo di mentire. La situazione è quella che è - e lo sapranno anche loro. Ma troppo spesso fa loro comodo di far finta di non saperla. Per secoli - per millenni il Nord è stato capace di risollevarsi da solo dopo ogni tragedia, ma è ora che questo... rapporto di vantaggio che intratteniamo col sud smetta di essere esclusivamente unilaterale."

    "Non si creano problemi ad alzare le bandiere e richiamare a sè gli alfieri quando ne hanno bisogno... ma l'ultima Re che ha avuto un po' di vero interesse per il Nord è stato il Vecchio Re (*). Piu di cento anni fa. Da allora in poi... il nulla. Solo guerre."

    "Il Nord è in ginocchio. Nostro padre, morendo, si è lasciato di tramandare il suo orgoglio e il suo valore - ma ci ha tramandato anche un sacco di problemi. Se non fossimo così... divisi tra di noi, forse... forse... sarebbe meno difficile. Ma è inevitabile. La Corona ha sofferto, paradossalmente, lo stesso problema. Quando ci sono troppi pretendenti ad un seggio, le cose iniziano a farsi complicate. Abbiamo tra le mani una regione in probabile rivolta e non è detto che con la primavera non cerchino aiuti nell'oltre, per far numero... prima o poi tenteranno di attaccare di nuovo, è solo questione di tempo."

    "E non possiamo prevenire, perché far marciare un'armata in queste condizioni ci procurerebbe più danni che altro. Dunque, è importante che tu sappia destreggiarti tra le lingue argentee del sud e ricordi a chi di dovere che l'Inverno sarà anche finito, ma il Nord ha bisogno di aiuti - e subito."

    Il Signore del Castello alzò lo sguardo al cielo, aggrottando il naso in una smorfia.
    "Ahhh. Uomini del sud. Due giorni di sole ed escono fuori e iniziano a banchettare e tornare ai loro bagordi. Lord Manderly ha avvistato le prime navi pentoshi arrischiarsi fino alla baia qualche giorno fa. Dopo più di 4 anni."

    "E'.. un buon segno. Se i mercanti hanno deciso che vale la pena rimettersi sulle rotte del Nord, presto si rimetterà in moto anche il commercio."

    "E che cosa commercerà Lord Manderly? Blocchi di ghiaccio? La produzione è quasi azzerata. Ci rimane solo il legno"

    Brandon Stark si riscosse dalla conversazione privata col fratello e tornò a prestare attenzione al figlio.
    "No. Stai lontano dalle liste. Non avrebbe senso ed è uno sport pericoloso. Non sei addestrato per le giostre ed è radicalmente diverso da ogni tipo di vero combattimento. Le mischie saranno prese d'assalto da ogni tipo di tagliagole. E non... non hai conoscenza del loro codice d'onore cavalleresco. Rischieresti pessime figure. Sarai lì per attendere formalmente come ospite, non come concorrente. Il tuo nome ti aprirà immediatamente la tribuna d'onore. E quando il Re arriverà, non ti sarà difficile richiedere udienza. Sei l'inviato del Protettore del Nord."

    "Daeron sarà anche fintamente cieco e sordo per quello che non gli fa comodo... ma è un uomo assennato. Non ha contatti diretti col Nord da piu di dieci anni, quando inviò i corvi per richiedere uomini per combattere la sua guerra contro il fratello. Data la risposta che ottenne, non è difficile immaginare che veda il nostro regno come una pedina jolly - della cui totale lealtà non è del tutto certo."
     
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    BENJEN STARK

    Aveva sentito quelle idee fin dal giorno della sua nascita, il rapporto tra il Nord ed il resto del continente era da sempre stato motivo di discussione a Grande Inverno, alimentato dalle difficoltà di anni impegnativi, sia dal punto di vista naturale che della famiglia, quella successione forzata che aveva creato molte spaccature in tutta la regione.
    Benjen si limitò ad annuire ad ogni passaggio, ritenendo inutilmente ridondante intervenire, non trovando assolutamente niente da obbiettare, cresciuto tra quella gente e maturando quindi idee decisamente ammirabili alle loro.
    Avrebbe parlato con il Re?
    Quella possibilità infiammò il suo cuore, riempiendolo di orgoglio e risvegliando la fiera volontà di rendersi indispensabile, con quel privilegio cosi dirompente da rendere il suo viaggio monumentale,
    Sarebbe stato il sussurro del Nord, poiché dire voce risultava troppo allargato per la sua mente umile, ma le sue sarebbero comunque state le parole che la coorte avrebbe ascoltato, portatore di una verità celata a molti o comunque smorzata dal desiderio di sentirsi meno in difetto per ciò che mai era stato fatto per il popolo del nord. Lui glielo avrebbe ricordato.
    Non temeva il confronto, non si sarebbe tirato indietro da quel suo compito, anche se consapevole che molti dei suoi futuri interlocutori avrebbero fatto di tutto per metterlo in una posizione di svantaggio, forse canzonando la sua giovane età o una posizione secondaria all’interno delle politiche del regno, ma presto si sarebbero comunque resi conto che uno Stark non poteva venir considerato in modo diverso da ciò che rappresentava.

    Non farò rimpiangere messaggeri più esperti di me, forse non sarò all’altezza delle melliflue lingue del sud, ma lo spirito che ci guida dai tempi ancestrali, sarà sufficiente a ricordare loro che non possiamo essere ignorati.

    Lo avevano fatto per troppo tempo.
    Dalle parole di suo zio e suo padre, Benjen capì rapidamente che il Re avrebbe partecipato al torneo per sondare il terreno e stringere a se tutti gli alfieri, forse in vista di un momento di particolare tensione, ma il Nord si trovava ugualmente in una posizione di vantaggio, obbligato a chiedere aiuto ma finalmente nella posizione per far valere le proprie necessità.

    Per quanto riguarda il torneo

    Sorrise chiaramente alleggerito da quella ulteriore rivelazione

    Mi avete liberato da un peso, mi sarei trovato in grande difficoltà a dover partecipare ad una di quelle inutili gare, non ho mai amato la competizione ingiustificata

    Aveva sempre disdegnato la possibilità di gareggiare in qualsiasi cosa, fin da piccolo non aveva amato il mettersi in gioco per inutilità come tirare il sasso più lontano o saltare più in alto, preferendo allenarsi e guadagnarsi tale primato nel silenzio della solitudine, non trovando gratificante ostentare traguardi di nessun tipo.

    Preferirei sfruttare ogni istante per fare conoscenze lontano da casa

    Forse l’univo vezzo realmente superficiale di stringere nuove conoscenze, si mischiava alla perfezione con un desiderio più politicamente accettato, fatto di futuri accordi e contatti che un domani avrebbero potuto fare la differenza.

    L’inverno ci ha ulteriormente isolati, potrebbe essere un’utile occasione per rimettere il piede fuori dai nostri confini e capire che aria tira nel resto del continente. Probabilmente nemmeno voi conoscete gli eredi della vostra generazione, una cosa che credo sia giusta inizi a fare io.

    Inoltre si sarebbe mostrato al mondo come Stark, rendendo la sua posizione ancora più concreta, come un sigillo nel tempo, per un futuro di maggiore difficoltà, soprattutto visto le grandi tensioni all’interno della famiglia.

    Inoltre la mia presenza in una veste ufficiale, potrebbe in qualche modo legittimare maggiormente la posizione ereditaria di famiglia, allontanando sempre di più i rami che maggiormente hanno creato qualche difficoltà negli ultimi anni

    Si riferiva a sua zia Serena e a tutto il focolare di problemi, scatenato con l’asse ereditario, una grave fonte di preoccupazione che stava destabilizzando il nord tutto.
    Benjen pensava che in qualche modo il suo compito fosse anche quello di farsi un nome, costruirsi una posizione per rafforzare maggiormente il potere dello Zio e privare i detrattori di qualsiasi appiglio possibile, capace di minare la pace e la tranquillità del Nord.

    Quando devo partire?


     
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    Gli uomini si irrigidirono contemporaneamente e repentinamente alle parole del ragazzo.
    Lord Barthogan buttò fuori un sospiro, alzando lo sguardo sul visto intagliato nel tronco dell'albero-diga, e Brandon osservò il figlio. Scosse appena la testa.
    "Devi stare molto attento a come parli della questione ereditaria, specialmente con determinate persone. Generalmente a sud non è ben visto..." - l'uomo gettò un'occhiata a suo fratello - " - è considerato usurpazione quando viene esclusa la linea femminile. Una figlia viene prima di uno zio. In tutto il resto dei Sette Regni funziona così, ad eccezione della Corona. Chiunque potrebbe opinare che tuo zio abbia avanzato pretese che non gli spettavano."

    "Dovrai essere pronto a rispondere, ragazzo. Non c'è da girarci intorno, Bran. Dovrà essere pronto e preparato a difendere il mio diritto al seggio, in caso contrario qualcuno troverà sicuramente terreno fertile per trarne vantaggio e finirò per essere considerato un usurpatore."

    Calò il silenzio per qualche istante. Un silenzio greve e carico di pesantezza. Non era un compito facile quello che gli stavano richiedendo e dovevano davvero essere senza altra scelta per affidarlo ad un giovane -assennato sì, ma privo di esperienza.

    "Benjen, tu sai perfettamente che non è stata cupidigia a mettere tuo zio sul seggio. Ma necessità. Sono tempi duri e per guidare il Nord ci servono guerrieri, non bambini. Non donne."

    "Ricordati che tua cugina, Lady Serena, è vedova - e ancora giovane. Ha una mente tutta sua, ma sta solo aspettando di trovare il partito perfetto per risposarsi. Qualcuno che possa aiutarla a premere il diritto suo e quello dei suoi figli. E ti garantisco che la sera, tra le tavolate e i conviviali, in queste occasioni, si stipulano più contratti di matrimonio e alleanze sottobanco di quante non ne vengano fatte nel giorno della Fanciulla. Se qualcuno di potente dovesse subdorare che sposando Serena avrebbe un piede nella successione diretta, allora potremmo ritrovarci in poche lune con un'intera armata alle porte - non sarebbe la prima volta."

    "Attento ai Blackwood. Hanno ancora il sangue amaro per quello che è successo con Black Aly. Serena ha già l'appoggio dei Manderly e dei Norrey, ci mancano solo loro e poi sta certo che sarebbero guai."

    "Il nuovo Lord Blackwood ha più di mezzo piede dentro la corte del Re. E anche l'ultimo Lord Blackwood ce l'aveva. Perchè ha metà dei suoi fratelli bastardi sotto il tetto. E ha una schiera di figli maschi e fratelli ancora scapoli."

    "Vedrai. Questo evento suggellerà un numero impressionante di alleanze. E sì, abbiamo bisogno di aiuto e di uomini... ma che siano fedeli a noi, non a Serena."
     
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    BENJEN STARK

    L’atmosfera si era fatta cupa di colpo, portatrice di un’aria gelida che sapeva ancora dell’inverno appena passato, una stagione di sofferenza, lotte interne e dolore, che aveva creato semi di discordia pronti a schiudersi nel momento più opportuno. Benjen era consapevole di ciò che era stato e del perché si era arrivati a tanto, una donna non poteva governare il nord.
    Si ritrovò ad annuire alle parole del padre, pienamente d’accordo su tutto ciò che stava dicendo, parole difficili da pronunciare ed ancor più da immaginare, ma la vita al di qua dell’Incollatura era ben diversa da tutto ciò che si estendeva al sud, rendendo necessarie situazioni che in altri luoghi potevano sembrare barbarie.

    Lo so padre

    Si rivolse verso il Lord suo zio, con sguardo estremamente serio e tono deciso

    Non poteva esserci uomo migliore per poterci guidare verso il futuro

    Si portò il pugno al petto, chinando leggermente il capo in segno di grande rispetto, perché seppur quell’uomo facesse parte della sua famiglia, Benjen sapeva riconoscere il proprio posto ed il rispetto verso agli uomini meritevoli.
    Tornò a parlare ad entrambi, cercando di fare chiarezza sullo scambio di battute precedenti, in quanto le sue parole sembravano esser state travisate, non volendo risultare più stolto di quanto potesse essere, vista la sua scarsa esperienza.

    Non intendo parlare dei nostri problemi politici padre, anche la mia inesperienza non arriverebbe a tanto, sono giovane ma ho avuto ottimi maestri

    Sorrise con limpida sincerità, rivolgendosi ad entrambi ma soprattutto al padre Brandon

    Quello che volevo dire era che..

    Prese una piccola pausa, cercando di raccogliere al meglio i pensieri, per evitare di spiegarsi nuovamente male, ritrovandosi in una veste del tutto nuova per lui, come se la maschera dell’adolescente fosse stata strappata del tutto dal suo viso, mostrando un ragazzo che aveva iniziato il cammino per diventare uomo, scrollandosi di dosso la neve, restando saldo alle proprie origini e con le spalle larghe di chi aveva già vissuto troppo in cosi poco tempo

    Io sarò li mandato da voi zio, in vece del Lord di Grande Inverno ed il Protettore del Nord. Benjen Stark non verrà presentato come un semplice uomo del nord e di famiglia. La mia posizione sarà chiara nei vostri confronti, come lo sarà per tutti quelli con cui parlerò ed intendo stringere molti rapporti a Maidenpool. Sarò io a parlare con il Re, riportando necessità e doveri, ma anche porgendo nuovamente la mano verso chi avrà fatto i conti su di noi per i propri comodi. Capisco che questa sarà un’occasione fondamentale, sono fiero che abbiate scelto me per portarla avanti, seppur questa decisione sia stata presa non potendo mandare mio padre o uomini della sua levatura

    Chinò nuovamente il capo come per ringraziare lo zio, prima di riprendere a parlare

    Lady Serena avrà molti alleati forse, ma se tornassi a casa con nuove ed importanti amicizie, l’appoggio della corona ed il ben volere del Re, la vostra posizione potrebbe essere ancora più salda zio e con voi tutta la nostra famiglia

    Molto si chiedeva al giovane Benjen, forse più di quanto le sue spalle avrebbero potuto sopportare, ma ogni cucciolo per potersi dire adulto, doveva saper affrontare le difficoltà da solo, senza la protezione del padre e del branco.
    Proprio questo salto avrebbe affrontato il giovane nipote del Lord, mandato inconsapevolmente ad imparare ad essere uomo, una figura che in un modo o nell’altro avrebbe giocato una partita intricata e difficile, per tutto il corso della sua lunga o breve vita.

    Farò di tutto per stringere alleanze e cercar di capire le correnti che turbinano dal nord al sud, sarà tutto nuovo, difficile e complicato, ne sono consapevole. Ma non vi deluderò

    Avrebbe fatto di tutto per la causa dello Zio, per rendere orgoglioso il padre ma anche per iniziare un percorso di trasformazione, divenendo forse una figura capace di dire la propria nel mondo, al nord ma anche fuori dei suoi confini

    Spero di poter superare i miei limiti, come voi avrete sicuramente fatto quando vi fu richiesto, perché L’inverno sta arrivando

    Per loro quella frase aveva molti significati, ma nonostante la stagione fosse appena terminata, tutti loro sapevano che le vere difficoltà forse non avevano ancora bussato ai freddi portoni di Grande Inverno…


     
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    Lord Barthogan sogghignò, ma l'ilarità non arrivò mai ai suoi occhi.
    "L'Inverno è appena finito, ragazzo." replicò senza batter ciglio. "E se l'inverno è fatto per il branco di lupi, la primavera è quando gli altri riniziano a danzare. E sono pericolosi. Leoni, kraken, serpi, draghi, aquile... sono tutti estremamente pericolosi in estate."

    "Abbiamo fiducia in te. E' quello che speriamo che tu faccia: coltivare l'amicizia con questo Re e la sua corte - e il futuro Re, il Principe di Dragonstone. Il Fato è stato crudele e ha mandato a monte l'ultimo Patto stretto tra Nord e Corona tanti anni fa. Nostro padre si era impegnato per ottenere il Patto del Ghiaccio e del Fuoco --"

    "E il principino Jacaerys si è fatto ammazzare sul Gullet prima che mettesse al mondo figlie femmine che nostro fratello Rickon potesse sposare." ridacchiò Barthogan. "Forse è stato provvidenziale. Una Targaryen a Winterfell - prospettiva aberrante."

    "Ma a quest'ora le cose sarebbero molto diverse..."
    Forse troppo. Nessuno di loro si sarebbe mai ritrovato in quel posto a parlare di quelle cose.

    "Va, ragazzo. Prepara la tua roba, avrai una scorta di dieci uomini e uno scudiero. Se parti entro la luna nuova arriverai a Maidenpool perfettamente in tempo."

    Ultima risposta e chiudo :)
     
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    BENJEN STARK

    Si iniziò a parlare di promesse matrimoniali ed unioni non andate a buon fine, la base secolare della diplomazia, pensieri però che non riuscivano troppo a toccare il giovane Stark, non conoscendo nessuna delle persone citate da suo zio, se non per storie e racconti del maestro.
    Benjen però sapeva che il torneo sarebbe stata la prima grande occasione per iniziare a tessere la rete dei suoi contatti personali, amicizie e conoscenze che avrebbero di certo segnato la sua vita da li al futuro, in quanto poche erano le occasioni per oltrepassare i confini del nord per mischiarsi con i rappresentati delle altre famiglie nobiliari di Westeros.
    A Grande Inverno ricevevano spesso delegazioni delle altre famiglie del Nord, alfieri di suo Zio che per un motivo o per l’altro si ritrovavano li per discutere ed incontrarsi, facile era quindi parlare con un Bolton, un Mormont o un Manderly, ma di ben altra possibilità era trovarsi faccia a faccia con un Lannister, un Tully o addirittura un Targaryen.
    Tutti questi pensieri non fecero che alimentare il desiderio di Benjen di partire, un evento che avrebbe preso forma da li a breve, spalancando le porte del futuro stesso del giovane Stark.

    Preparerò tutto immediatamente, non vedo l’ora di partire

    Era difficile mascherare l’entusiasmo anche per lui, per qualcosa che inconsapevolmente aspettava da molto tempo: una possibilità.
    L’inverno appena passato non gli aveva mai permesso nemmeno di immaginare una vita al di fuori di Grande Inverno, crescendo tra doveri e sofferenze, ma ora che il disgelo era finalmente iniziato, anche per Benjen si aprivano di fronte a lui tutte le possibilità che la vita gli avrebbe donato, pronte ad essere raccolte come fiori tra i ghiacci.
    Si voltò verso l’albero diga, abbandonandosi al volto scolpito nel tronco, socchiudendo gli occhi per immergersi nel silenzio, interrotto da lievi fruscii e sospiri naturali.
    Quello era il suo mondo, li si sentiva protetto da qualcosa che andava oltre le alte mura di pietra o i soldati con il simbolo del lupo sul petto, quel luogo rappresentava qualcosa di profondo, capace di avvolgere tutto e convogliare a se emozioni, pensieri e vita.
    Poggiò sul legno la mano, dopo essersi tolto uno degli spessi guanti che riparavano la sua pelle, come a dare l’ultimo saluto al cuore pulsante di tutto ciò che per lui significava casa.

    Mi mancherà tutto questo

    Sorrise malinconico, prima di voltarsi nuovamente verso suo zio e suo padre, rivolgendosi a loro con tono più deciso

    Vi ringrazio per la fiducia. Non andrà sprecata

    Si strinsero la mano con vigore

    Vi contatterò una volta raggiunto Maidenpool, aggiornandovi in caso di necessità. Ora è meglio che vada a prepararmi e mi converrà salutare adeguatamente mia madre o non mi perdonerebbe mai

    Sorrise rivolgendosi al padre, per poi voltare loro le spalle per dirigersi nuovamente verso la fortezza, dove avrebbe potuto godere per l’ultima volta di quei profumi e sensazioni che solo li avrebbe potuto trovare, finalmente e dolorosamente consapevole di dover lasciare la propria casa per la prima volta.
    Alzò lo sguardo verso il cielo, perdendosi nell’immensità di quella vista, cogliendo con lo sguardo il volo libero degli uccelli, quando finalmente avrebbe potuto provare davvero ciò che significasse abbandonare il nido per l’ignoto, un volo che avrebbe affrontato da solo, senza paura.

     
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    Manipolatrice di Ombre

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