Anno 207 D.C.
Sono passati 11 anni dalla Battaglia del Redgrass Field e l’eco delle vanità che hanno spinto Daemon Blackfyre a ribellarsi ancora impregna segretamente l’aria che si respira nei Sette Regni, che possono finalmente godere (almeno all’apparenza) di un periodo di pace. Si celebra il ventitreesimo anno di regno di Daeron, Secondo del Suo Nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signore dei Sette Regni e Protettore del Reame; ad Oriente, la minaccia di Bittersteel e degli ultimi sopravvissuti alla Prima Ribellione brucia ancora, nell’ombra, mentre nei Sette Regni si nascondono nei bauli i vecchi drappi sdruciti con i colori di Casa Targaryen invertiti, in attesa di tempi migliori. C’è ancora chi dubita della legittimità di Daeron sul trono, c’è ancora chi sussurra malignità sul suo conto e sulle vere circostanze del suo concepimento. C’è ancora chi ritiene che il vero legittimo Re sia il defunto Daemon e che nella sua estinta linea giaccia il diritto al Trono di Spade. E’ un periodo di pace solo apparente, dove le voci di minacce ed insurrezioni si rincorrono da parte a parte del continente, coinvolgendo Falchi, Leoni, Lupi, Trote e ogni altra casata esistente. Una sola cosa è certa: l’ultimo drago è oramai morto da 3 generazioni e senza di essi il potere di Casa Targaryen non è mai vacillato come in questo momento: vulnerabili agli occhi di molti, dovranno fare i conti con una sempre crescente pressione da parte della nobiltà e delle altri grandi cariche per ristabilire finalmente il fermo dominio sul reame.