Incontri tra isolani

Quest introduttiva per Daniella

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    Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te.

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    Se vi dico "la mia fantasia" va bene?

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    «Preparati a partire» la voce di suo padre la raggiunse chiara e tonante. L’uomo si era fatto dire dove trovare la figlia e l’aveva raggiunta per darle personalmente la notizia. «Andrò a Pyke e voglio che tu venga con me. Mi aiuterai anche a scegliere il capitano per la seconda nave: ora che Oris è fatto vecchio ho bisogno di qualcuno che lo sostituisca» Le sue frasi erano brevi e concise, colpivano come pietre pesanti lasciate cadere suolo.

    Partiamo con calma. Descrivi dove sei, cosa fai, come è il tempo. Piena libertà.
    Il tuo papi ti ha detto cosa vuole da te. Lo assecondi?

    Tempo di risposta: 1 settimana
    Parole: minimo 500
     
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    DANIELLA DRUMM


    Parlato/Pensato Daniella
    Parlato Quenton Drumm

    Cielo grigio, terra grigia, mare grigio; a Vecchia Wyk sembrava che tutto fosse di quel colore. Anche il sasso che teneva in mano era di quella tonalità: un sasso piatto, rotondo, poco più piccolo di un pugno. Lo reggeva con la mano sinistra, tra l’indice ed il pollice, mentre le altre dita lo facevano muovere velocemente in modo circolare. L’intenzione della donna di ferro era quello di lanciarlo, ma non doveva essere un semplice lancio: doveva rimbalzare sulla distesa acqua davanti a lei il più a lungo possibile. E non era per nulla facile, visto che l’acqua era increspata e doveva trovare il momento giusto per non farlo infrangere direttamente su un’onda. Era concentrata. Non c’erano distrazioni attorno a lei, aveva scelto un punto dell’isola lontano dalla civiltà, in cui non attraccavano barche né i pescatori erano soliti posizionarsi, perché non c’era spazio ed il fondale era roccioso. A guardare con attenzione, a fior d’acqua spuntava qualche punta di scoglio: doveva evitare anche quelle.
    Ovviamente, quello non era il suo primo tentativo; era rintanata in quella piccola baia da un po’, forse un’ora. Era prima mattina, il tempo di mangiare qualcosa per colazione e sfuggire alle incombenze troppo femminili che le sembravano sempre più compiti ingrati, oltreché noiosi. Sarebbe ritornata a casa fra un po’, magari quando era ora di pranzo, quando le si sarebbe esaurita la voglia di bighellonare senza meta.
    Uno. Sciolse le spalle, facendole roteare all’indietro con l’intenzione di sciogliere la muscolatura.
    Due. Fece un respiro profondo, riempiendo i polmoni e svuotandoli subito dopo.
    Tre. Fissò lo sguardo su un punto non precisato dell’orizzonte, con l’intenzione di trovare il momento giusto tra un’onda e l’altra.
    Era pronta. Ruotò leggermente il busto, piegò braccio sinistro e ginocchia e prese la rincorsa.
    «Preparati a partire» – conosceva quella voce, sebbene giungesse alle sue spalle: era la voce più famigliare del mondo. Era la voce che la faceva mettere sull’attenti, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
    Concluse il lancio, ma qualcosa andò storto. Si era distratta, il braccio aveva ceduto ed il sasso si era infranto a nemmeno un metro dalla riva. Non si voltò subito, si “gustò” il suo fallimento con un’espressione infastidita dipinta sul volto. Le ci volle un po’ per capire cosa le era stato appena detto.
    ”Partiamo?” – chiese con la voce piena di speranza: ora che aveva inteso davvero cosa le era stato appena detto, il sasso l’aveva già dimenticato. Si voltò verso di lui, i suoi occhi grigi si posarono finalmente sulla figura del padre. Le batteva sempre un po’ il cuore quando lo vedeva, soprattutto perché aveva il potere di lasciarla sempre sulle spine: non sapeva mai cosa passava nella sua testa, non sapeva mai davvero cosa pensava.
    ”Andrò a Pyke e voglio che tu venga con me..”
    Un viaggio? Con lui? A Pyke? - ”Fantastico!!” – rispose lei, saltando sul posto e continuando a rimbalzare anche una volta atterrata, mentre si avvicinava a lui. Gli ultimi metri li coprì correndo: aveva sempre avuto un sacco di energie, queste notizie gliene davano ancora di più. Dal canto suo, Quenton era probabilmente abituato a quegli scatti della figlia, sapeva che era impulsiva e poco composta, vitale ed allegra: non poteva aspettarsi una reazione diversa. Lui invece era più asciutto, almeno all’apparenza: poco trapelava dei suoi pensieri e non aggiungeva troppi orpelli a nessuno dei suoi discorsi.
    ”Mi aiuterai anche a scegliere il capitano per la seconda nave..”
    Non solo la stava portando con sé, ma le stava pure affidando un compito. Quantomeno, stava dimostrando che si fidava del suo giudizio. Questo le fece letteralmente brillare gli occhi. Per un secondo non disse nulla, si limitò a guardarlo. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma sapeva che non le era permesso, non in quel momento, e per orgoglio voleva almeno provare a darsi un contegno. Non voleva di certo sembrare una ragazzina che pendeva dalle labbra del padre. - ”So già come deve essere.” – replicò, annuendo con il capo riccioluto. - ”Giovane, ma non troppo. Bravo con la spada. Deve avere qualche cicatrice, se no non sarebbe credibile. E poi deve avere carisma.” - parlava senza cognizione di causa, ma non lo dava a vedere.
    Prese a camminare accanto a lui. - ”Sono pronta comunque, padre. Non ho bisogno di prendere nulla, posso partire anche adesso.” – e questo a testimonianza della sua totale assenza di cura per il suo corpo ed il suo aspetto. Del resto era una donna di ferro, non aveva bisogno di essere bella.
    ||753 parole

     
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    Se vi dico "la mia fantasia" va bene?

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    Il padre accennò un mezzo sorriso, poi le fece un breve cenno col capo affinché lo seguisse. All'ingresso del loro palazzo li aspettavano quattro uomini: uno giovane, bruno, dalle spalle larghe; uno dallo sguardo arcigno e serio, di mezza età; due più attempati, quindi con maggiore esperienza dei due. 《Opinioni?》 Disse alla figlia, lontano dalle orecchie dei quattro.

    puoi scegliere se Daniella conosce i marinai o meno.
    Libertà di scelta a descrivere ciò che vuoi.
     
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    DANIELLA DRUMM


    Parlato/Pensato Daniella
    Parlato Quenton Drumm

    Come era prevedibile, suo padre non esternò alcuna reazione: non era tipo da perdersi in chiacchiere, da aggiungere parole superflue, da incoraggiamenti facili. Fece un mezzo sorriso, che in realtà risultò molto più simile ad una smorfia su quel volto arcigno, e si fece bastare questo per capire che aveva apprezzato il suo entusiasmo. Non aveva molta scelta a riguardo: il più delle volte doveva interpretare i cenni del genitore e, se doveva scegliere lei il loro significato, tanto valeva attribuirgliene uno positivo.
    Così, con maggiorato entusiasmo, lo seguì. Stette, come era solita fare, un passo dietro di lui, in modo da mostrargli rispetto e, allo stesso tempo, poter tener sotto controllo le sue espressioni facciali. Il passo di entrambi era veloce e sicuro, quello di chi è abituato a percorrere sentieri poco battuti e poco umanizzati, di chi non è abituato a paesaggi troppo urbani. Vecchia Wyk era selvaggia come dovevano esserlo le Isole di Ferro. Non c’era una vegetazione rigogliosa, non avrebbe potuto crescere su quei terreni aridi, ma presentava strade rocciose ricche di muschio e sterpaglie.
    Gli stivali in cuoio che indossava la ragazza avevano la punta arrotondata ed arrivavano fino a metà del suo polpaccio grazie ad un sistema articolato di stringhe ormai usurate; contenevano un paio di calzoni in tessuto scuro dal cavallo basso. Al di sopra, una semplice maglia pesante a maniche lunghe ed un gilet di pelliccia di lepre. Ci teneva a quel panciotto, era morbido e caldo, ed era difficile non vederglielo addosso.
    Dopo una ventina di minuti, forse di più, arrivarono quindi a palazzo. Era una dimora semplice e cruda, molto diversa dai palazzi a cui sono abituati gli abitanti del continente. Pochi orpelli, arredamento ridotto al minimo, pareti in pietra e molta umidità, ma Daniella non aveva conosciuto molto altro e la comodità non era mai stata una sua priorità. All’ingresso, vi erano già degli uomini ad aspettarli, probabilmente i papabili candidati. Erano molto diversi l’uno dall’altro, avevano età diverse, fisici diversi, sicuramente anche esperienze diverse. Li passò inizialmente in rassegna, con uno sguardo rapido, prima di salutarli. - ”Uomini” - si rivolse a loro in modo quasi militare, fermandosi a pochi centimetri dal padre in posizione di attenti.
    Il suo viso assunse un’espressione seria, a tratti quasi severa, perché non voleva correre il rischio di venir sottovalutata; voleva che tutti i presenti tenessero conto della sua opinione, desiderava che capissero che anche lei contava qualcosa, in quel contesto. Rimase in silenzio, ad osservarli. Il più giovane dei quattro era assolutamente certa di averlo già visto in giro per l’isola. Impossibile non notarlo, impossibile che i suoi ormoni adolescenziali non notassero i suoi lineamenti virili ed i suoi addominali scolpiti. Deglutì, ma il suo viso non tradì alcuna espressione di cedimento; solo il cuore nel suo petto batteva un po’ più forte. Se avesse scelto lui, magari avrebbe avuto occasione di conoscerlo meglio. Era più grande di lei, ma nemmeno così tanto, aveva forse quattro o cinque anni in più, nutriva la speranza che lui potesse in qualche modo considerarla.
    Distolse lo sguardo da lui, cercando di non farsi eccessivamente deviare dalle sue fantasticherie amorose. Guardò l’uomo che gli stava accanto: capelli corti, pizzetto, stempiatura. Nemmeno lui era vecchio, ma senz’altro superava i trent’anni. Sembrava serio, posato, concentrato; probabilmente sarebbe stato anche severo, con l’equipaggio. Magari troppo? Non lo conosceva in realtà, nemmeno per sentito dire.
    Poi c’erano gli altri due. Erano forse coetanei, sicuramente più anziani rispetto agli altri due. Almeno all’apparenza, sembrava che avessero parecchia esperienza in ambito marittimo. Quello che dei due aveva ancora i capelli, però, era sicura di averlo visto più di una volta ubriaco in una delle tante taverne del porto. E questa sua abitudine veniva fuori anche dal rossore del viso: forse aveva bevuto anche adesso? O era un semplice pregiudizio da parte sua?
    ”Opinioni?” - il sussurro di suo padre arrivò improvviso alle sue orecchie. Fece un passo indietro e lo guardò con espressione interrogativa: non aveva ancora un’opinione, semplicemente perché non li conosceva. Non li aveva nemmeno ancora sentiti parlare.
    ”Sapete il motivo per cui siete qui. Essere comandanti di una nave non è semplice, ancor meno della seconda della nostra flotta.” - esordì, rivolgendosi a tutti. - ”Io non vi conosco, vorrei sapere un paio di cose. La prima.. Vi piace bere?” - era una domanda diretta e forse inaspettata, ma le sembrava che la capacità di rimanere sobri fosse qualcosa da valutare con attenzione. Un capitano ubriaco non serviva a nessuno. Anzi, era decisamente pericoloso.

     
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    Se vi dico "la mia fantasia" va bene?

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    I 4 uomini salutarono il SIgnore di Vecchia Wyk, poi spostarono l'attenzione su Daniella. Rimasero sorpresi dalla domanda, ma chi prese per primo la parola fu il marinaio dal naso rubizzo. «E a chi non piacerebbe farsi un goccetto ogni tanto» rispose divertito. «Poni a qualunque uomo di mare questa domanda e riceverai la medesima risposta» lanciò uno sguardo complice ai tre compagni, che – effettivamente – assentirono.
    «Un po’ di alcol in corpo può essere di conforto» intervenne il secondo più anziano «Per alcuni è un buon aiuto prima di affrontare una missione importante e pericolosa» lui, al contrario del suo coetaneo, era più serio.
    «Come mai questa curiosità?» le si rivolse il padre, con un sopracciglio inarcato.


    Come detto, questi sono i giovincelli.
    Giovanotto, Uomo arcigno, vecchietto 1, vecchietto 2.
     
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  6. White Freesia
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    Ovviamente, la reazione degli uomini, quando videro arrivare Lord Drumm, fu diversa da quella che ebbero quando videro lei. Lui era un uomo, un capo, naturalmente carismatico e portato al comando; lei era solo una ragazzina, che non avrebbe avuto alcun valore se non fosse stata la figlia del Capo di Vecchia Wyk. Nonostante questo, sembrava spettasse a lei prendere una decisione, perchè Quenton, per il momento, pareva non volersi esporre. Non escludeva nemmeno l’ipotesi che lui avesse già fatto la sua scelta, forse voleva solo mettere alla prova la sua capacità di giudiziose. E lei non poteva proprio tirarsi indietro.
    Esordì con quella domanda inaspettata, sicuramente inusuale, con la speranza in qualche modo di cogliergli anche un po’ di sorpresa. In effetti, dal modo in cui la guardarono subito dopo aver parlato, ebbe la conferma che non se l’aspettavano. A sua volta, fu stupita dal fatto che il primo che prese parola fu proprio quello che portava sul viso un rossore sospetto, magari a causa etilica. - ”..Poni a qualunque uomo di mare questa domanda e riceverai la medesima risposta.”
    Non aveva torto, al contrario. Sapeva perfettamente che il vino era il miglior compagno di viaggio di ogni marinaio, li teneva vivi e allegri durante i lunghi viaggi lontani dalla terraferma, ma non era quella la risposta che si aspettava: probabilmente era stata troppo generica. Ne ebbe la riprova quando l’altro venne a dare manforte al compagno. - ”..Per alcuni è un buon aiuto prima di affrontare una missione importante e pericolosa”
    Bingo. Era proprio lì che voleva arrivare. Il confine tra un innocuo svago ed un brutto vizio era molto labile in questi casi, ma la differenza era davvero abissale. Decise quindi di rispondere al suo attuale interlocutore, l’ultimo che aveva parlato, e spiegarsi meglio. - ”Il fatto è che voi non siete uomini qualunque, voi dovrete comandarli, gli uomini qualunque. Non potrete permettervi di non essere lucidi nemmeno per un minuto. Dovrete avere sempre gli occhi aperti e le orecchie tese, non avrete mai un attimo di riposo. Ed il vino annebbia la mente e rallenta i sensi.” - era strano sentir proprio lei fare questo discorso, ma aveva provato a bere un bicchiere, ogni tanto anche due, e le erano bastati per capire l’effetto che facevano.
    «Come mai questa curiosità?»
    ”Ci serve una persona concentrata, padre. Non possiamo permetterci che la nave vada alla deriva mentre il capitano è troppo ubriaco per comandarla.” - diede anche al padre la sua spiegazione, sperando implicitamente di convincerlo che non stava parlando a vanvera.
    Aveva già quasi automaticamente escluso l’ultimo candidato, troppo rilassato, troppo divertito e decisamente troppo rosso, ma le sue domande non erano ancora terminate. - ”Vi conoscete tra voi?” - fece una piccola pausa, un paio di passi in avanti e decise di rivolgersi direttamente agli altri due, quelli che non avevano ancora aperto bocca, guardando alternativamente prima uno e poi l’altro. Il quesito era rivolto a tutti e quattro, ma i suoi occhi erano proprio fissi sui due più giovani del gruppo. - ”Pensate di potervi fidare delle persone che vi circondano? Pensate siano abbastanza responsabili da guidare un’intera nave?” - li stava mettendo in una brutta posizione, se ne rendeva conto, ma anche quella era una mossa strategica. In questo modo, infatti, avrebbe potuto valutare molte cose: la loro ambizione, in primis, ma anche la loro onestà nei confronti di Lord Quenton. Non aveva intenzione di metterli l’uno contro l’altro, ma loro dovevano essere fedeli ai Drumm ed ai Drumm soltanto. Se erano a conoscenza di episodi che avrebbero potuto mettere in dubbio o condizionare le loro scelte, avrebbero dovuto confessarlo adesso.
     
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    Se vi dico "la mia fantasia" va bene?

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    Gli uomini ascoltarono Daniella, sorpresi che fosse lei a tenere banco, pur sempre senza palesare apertamente le loro domande. Evidentemente, Lord Quenton aveva i suoi motivi per agire a quel modo. E lo stesso Lord di Vecchia Wyk rimase in silenzio dopo aver ascoltato la risposta della figlia, senza aggiungere altro e limitandosi a osservare come ella aveva deciso di muoversi.
    Al quesito posto dalla ragazza, i quattro marinai annuirono. Sì, si conoscevano. Tutti gli uomini di mare si conoscevano tra loro, su quell’isola.
    Il più giovane, sentendosi chiamare in causa dallo sguardo della figlia del Signore del posto, non esitò a prendere parola. «Mi fido di loro» rispose «Prima di arrivare dove sono ora ho fatto gavetta e lavorato sotto di lui» accennò con il capo al vecchio calvo dalla testa lucida. «Metterei nelle sue mani la mia intera famiglia, se si trattasse di viaggiare per mare»
    L’altro, lo sconosciuto dalla barba rossa, non sembrava tanto contento dalle domande poste da Daniella. «Se siamo stati chiamati qui suppongo che sia perché non metteremmo mai a rischio la vita dei nostri uomini» disse secco, con la faccia burbera. Non era una cattiva persona, solo molto riservato e sicuro del suo operato. «Non credo che nessuno di noi si metterebbe a bere al comando di una nave» proseguì «In primo luogo per non rischiare di cadere in mare e annegare egli stesso. In secondo luogo, nessuno seguirebbe un capitano ubriacone» il tono era duro, ma non arrabbiato.
    Il Lord guardò di sottecchi sua figlia, in attesa di scoprire come avrebbe risposto.
     
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    DANIELLA DRUMM


    Parlato/Pensato Daniella
    Parlato Quenton Drumm

    Era più che normale che gli uomini davanti a lei fossero sorpresi nel trovarla in quella posizione: sarebbe stato più normale che a parlare, e soprattutto a prendere la decisione finale, fosse Lord Drumm. Così funzionavano le cose nelle Isole di Ferro: erano gli uomini che solitamente ricoprivano i ruoli più importanti, le donne solevano erano solo un contorno. Daniella, però, non era una semplice ragazzina: era anche la primogenita del Signore di Vecchia Wyk, era il sangue del suo sangue, e, seppur femmina, non si sarebbe fatta da parte. In realtà non l’avrebbe messa da parte nemmeno lui, l’episodio attuale gliene dava ulteriore dimostrazione. Il difficile, adesso, era non farsi sopraffare dalla personalità androgena di chi le stava attorno.
    Era un dialogo tra lei e gli altri quattro, suo padre rimaneva ai lati della scena, ascoltando domande e risposte, valutando il comportamento della figlia e dei quattro candidati. Questi le confermarono che già si conoscevano e ciò poteva in qualche modo essere un punto a suo favore: se si conoscevano, avevano forse anche più cose da raccontarle. Magari avevano militato nello stesso equipaggio, combattuto fianco a fianco, o magari erano nient’altro che compagni di bevuta nella taverna dell’isola, ma le circostanze che li avevano visti vicini non avevano importanza: bastava che non fossero reciprocamente dei perfetti sconosciuti.
    Attese quindi che qualcuno aggiungesse una parola in più. Sperava che i loro discorsi non si basassero solo su semplici botta e risposta, ma che articolassero qualche frase, in modo da poterli conoscere meglio anche lei. Volse lo sguardo al ragazzo più giovane, che finora non aveva parlato, e fu felice nel vederlo rispondere per primo. Che fosse bello, molto, era fuor di dubbio, ma doveva ancora dimostrare se valeva qualcosa. - «..Metterei nelle sue mani la mia intera famiglia..“ - si riferiva all’uomo senza capelli, la pelle abbronzata, qualche ruga sul viso, barba corta e pizzetto curato. In effetti, tra tutti, era quello che trasmetteva maggior sicurezza, almeno a livello esteriore. Questo perché aveva una certa età, e quindi faceva supporre che avesse maturato una buona esperienza, ma non era troppo “vecchio”, sembrava ancora in forze ed in grado di affrontare il mare. Inoltre, nella discussione precedente aveva cercato di mediare per quanto riguardava il vizio del bere.
    Annuì soddisfatta davanti a quelle parole: l’ambizione del giovane non era così forte da sovrastare la fedeltà a quello che un tempo era stato il suo capitano. Apprezzava questa dote, così come apprezzava le parole nei confronti dell’uomo pelato: era senz’altro un punto a suo favore. L’unica persona che finora aveva taciuto si decise finalmente a parlare. Era stato in silenzio finora, studiando con particolare attenzione la ragazzina e, a guardarlo bene, non sembrava troppo felice del fatto che fosse lei a reggere il gioco. Quelle domande forse lo stavano infastidendo, magari le reputava solo una semplice perdita di tempo. Ascoltò le sue obiezioni senza reagire, cercando però di capire che tipo di persona forse, ma, tra tutti, le sembrava il più imperscrutabile. Ciò che aveva da dire era corretto e non poteva nemmeno biasimarlo se non aveva voglia di sentire tutti quei discorsi, ma la posizione di Daniella era molto delicata e stava cercando un modo per uscirne, senza fare figuracce.
    ”Non è così scontato..” - riprese lei - ”..Che un equipaggio non segua un comandante sbronzo: un capitano spesso ubriaco è anche un capitano assente e facilmente manovrabile. E non si può mai sapere cosa passa nella testa di un equipaggio. Credo sappiate bene anche voi che il malcontento è una fiamma che esplode all’improvviso e che è difficile da domare.” - alzò le spalle, come a giustificarsi delle domande che finora aveva posto, come se in realtà non fossero evitabili. - ”Io purtroppo non ho navigato con nessuno di voi, devo affidarmi alle mie sensazioni. Quindi.. Mi dispiace ma, a parer mio, la scelta deve ricadere su uno di voi due.” - con l’indice indicò alternativamente l’ultimo che aveva parlato e l’uomo anziano senza capelli. Stava implicitamente eliminando gli altri due, il giovane ed il vecchio con il naso rosso, ma si voltò verso Quenton Drumm, per esser sicura che lui approvasse la sua scelta.
    ||695 parole

     
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    Se vi dico "la mia fantasia" va bene?

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    L'uomo avrebbe volentieri commentato che disentiva dalle parole di Daniella, ma lo sguardo del Lord lo fece desistere.
    Quenton, dunque, guardò sua figlia. 《E così sia》disse. Indicò l'uomo più giovane con un cenno del capo. 《Sei il nuovo capitano》 esordì 《E istruirai mia figlia affinché possa diventarlo a sua volta》 fece una pausa. 《Ora preparatevi, si parte tra due ore》

    Quest terminata.
    +2 gestione
    +1 Affinità Drumm
    +1 parametro a scelta


    Edited by MaryG92 - 15/12/2018, 14:02
     
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8 replies since 17/11/2018, 13:22   235 views
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